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mercoledì 2 febbraio 2011

Azoto in Terra e in Cielo / Nitrogen in Earth and Sky


Nel terzo ed ultimo articolo parlerò dei problemi ambientali causati dall'azoto.
I fertilizzanti che noi impieghiamo servono per dare dei nutrienti alle colture, aiutandole nella crescita. Tra i nutrienti fondamentali delle piante (detti macroelementi) ci sono fosforo, potassio e azoto. Oltre a questo nel terreno si aggiunge quello delle leguminose che sono in grado di fissare l'azoto atmosferico nel suolo (l'aria che respiriamo è composta al 78% da azoto biatomico, N2, che è un gas inerte, ovvero non dà luogo a reazioni chimiche). Anche la decomposizione delle proteine (per esempio un animale morto che si decompone) rilascia azoto nel terreno, altre piccole quantità vengono fissate durante le eruzioni vulcaniche e quando cade un fulmine, ma questi ultimi casi sono tutti fenomeni naturali e non si può far nulla per evitarli, comunque vediamo cosa accade a quest'azoto fissato nel terreno. L' azoto dei fertilizzanti può essere soggetto a dilavamento e può finire a diversi chilometri dal punto in cui è stato adoperato, può contaminare l'acqua potabile (se sono presenti quantità eccessive di nitrati nell'acqua potabile, quando la ingeriamo e giunge nell'intestino i nitrati diventano nitriti, poi giunti nello stomaco diventano nitrosammine, cancerogene) e finire addirittura nell'oceano, dove favorirebbero la crescita e sviluppo delle alghe, che quando giungono alla fase di decomposizione, consumano grandi quantità di ossigeno creando i punti morti, cioè dove non si sviluppa la vita. Durante questo percorso l'azoto può essere trasformato dai batteri i quali lo ossidano e lo trasformano in ossido nitroso, un gas che velocizza la perdita di ozono atmosferico. Solo alcuni batteri sono in grado di ritrasformarlo in azoto inerte N2. In atmosfera i cosidetti ossidi dell'azoto, NO, NO2 sono dannosi per l'ambiente, sono gas serra e tra i gas serra più dannosi c' è l'ossido di diazoto N2O il quale ha un impatto sull'ambiente 300 volte maggiore rispetto alla CO2. Il paradosso del bioetanolo è un caso abbastanza singolare, perchè per produrlo servono grandi quantità di mais, quindi grandi quantità di fertilizzanti azotati, quindi i vantaggi del biocombustibile vengono neutralizzati dalla sua produzione.
Il problema dell'azoto non è semplice: sono state provate tecniche di agricoltura avanzate che si basavano sulla somministrazione di precise quantità di fertilizzanti in un determinato periodo di crescita delle piante massimizzando l'assorbimento da parte delle piante, tuttavia richiede dispositivi ad alta tecnologia ed è quindi molto costosa e non tutti gli agricoltori possono permettersela.
L'immagine sopra mostra il ciclo dell'azoto.